Territorio del Meilogu, una zona prevalentemente vulcanica che con i colli conici caratteristici rendono il loro aspetto molto singolare in un contesto di una terra geologicamente antica. In questa zona i suoli sono fra quelli più fertili e tutta l’area è ricca di pascoli. Nel nostro itinerario abbiamo analizzato un ampia area e abbiamo preso come punto di riferimento da cui partire, Bonorva, un piccolo e affascinate paese di circa 600 abitanti. Prima di fare l’itinerario mi sono chiesto, Cosa vedere a Bonorva e soprattutto zone limitrofe? Tante risposte, tanti luoghi affascinanti, tanta natura e tantissime emozioni, raccontate in questo articolo messo a disposizione di tutti.

Cosa Vedere a Bonorva

INDICE

SA PEDRA MENDALZA

Cosa vedere a Bonorva e dintorni? Ecco qui, iniziamo questa fantastica giornata di escursione dalla natura, in un’area vicino a Bonorva e più precisamente nel comune di Giave. Esplosioni, eruzioni vulcaniche, valli ricche di magma che andavano, nel corso dei milioni di anni a costituire le basi di una terra chiamata Sardegna. Il Meilogu è la tessa dei vulcani spenti e lo dimostrano alcune testimonianze visive come la Pedra Mendalza ,appunto nel comune di Giave. Parliamo semplicemente di una formazione prodotta dalla solidificazione del magma di un camino vulcanico, riaffiorata a seguito dell'erosione del cono vulcanico. Durante la nostra visita a questo enorme crostone di roccia abbiamo cercato di immaginare come fosse la zona milioni di anni fa, è molto difficile anche perché di fronte a noi avevamo quel che resta della lava consolidata appunto all’interno della bocca di un vulcano, mentre la terra che stava intorno, piano piano, è stata portata via dalle intemperie. La sua forma e la particolarità della roccia è straordinaria e messa in risalto anche dall’ambiente circostante fatto di alberi di fico selvatici e pinnettas, antiche dimore pastorali sarde.

Un altra testimonianza di attività vulcanica è l’enorme cratere sul monte Annaru che è giunto ancora integro tra i numerosi che sicuramente erano presenti nella zona. Sicuramente la motivazione è dovuta al fatto che la formazione è relativamente recente, si tratta infatti di 200 mila anni fa. Noi abbiamo percorso il bordo del cratere ma si può scendere anche nella vera e propria bocca eruttiva dove la vegetazione si fa decisamente più folta.

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REBECCU

“Rebeccu, Rebecchesi, dalle trenta case non vi muovete”. E’ una Maledizione? Si, cosa vedere nei dintorni di Bonorva quindi? Sicuramente questo borgo diventato fantasma dopo una maledizione, per lo meno questo è quello che ci narra la leggenda. Si dice infatti che il Re Beccu cacciò la figlia Donoria perché considerata una perfida strega, probabilmente era vero. All’uscita dal paese Donoria scagliò infatti la sua maledetta maledizione come vendetta e urlando che il paese non avrebbe mai auto più di 30 case, e così fu. Il borgo è fantasma, con 30 abitazioni e zero residenti (evidenziato anche dalle ultime statistiche ISTAT).

Visitando le vie abbiamo potuto incontrare qualcuno ma sono soprattutto persone che vivono a Bonorva e che hanno la loro seconda abitazione proprio a Rebeccu. La maggior parte delle abitazioni presenti sono case in vendita, molte da ristruttura e altre totalmente in stato di rudere. Abbiamo potuto ascoltare alcune storie dai locali, una su tutte è la loro convinzione che in epoca lontana questo borgo che contava circa 400 abitanti prometteva di dominare tutto il Meilogu. Ora però non si sente altro che il silenzio tra le strette vie ciottolose del borgo e ogni tanto…. l’eco delle parole di Donoria.

CHIESA DI SAN LORENZO

A qualche minuto di macchina da Rebeccu troviamo la chiesa di San Lorenzo di Rebeccu, una chiesa campestre che mostra la sua grande semplicità nella sua estetica e architettura. Il cancello era chiuso ma 2 signori che vivono nelle vicinanze ci hanno suggerito di scavalcare agilmente perché l’unica persona che badava alla chiesa aveva smesso di farlo tempo fa, in sintesi quel cancello rimarrà per sempre chiuso. Dopo 2 minuti attraverso un cammino fatto di erbaccia e fango siamo arrivati finalmente alla chiesetta, piccola, semplice, con pochi decori ma allo stesso tempo affascinante. Era la principale chiesa di Rebeccu ma venne abbandonata tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300 mentre il piccolo borgo scomparve subito dopo. La causa? Guerre e dalle pestilenze (come descritto nella scheda di Rebeccu la leggenda narra che tutto fu causato dalla maledizione di Donoria, figlia di Re Beccu). Siete in zona? Merita un pensiero. Questo e tanto altro da vedere nelle zone vicine di Bonorva.

CHIESA DI SAN NICOLA DI TRULLAS

Il cugino di San Lorenzo di Rebeccu. Perché dico questo?! Perché dal momento in cui scorgi l’immagine di questa piccola chiesetta (pensate addirittura dalla superstrada) ti accorgi subito della somiglianza con la chiesa che un tempo era il luogo di culto principale degli abitanti di Rebeccu. Stessa pietra e quindi probabilmente stessa cava e montagna. Molto simile anche l’architettura, lo stile e persino la grandezza. San Nicola di Trullas , appartenente a comune di Semestene, in origine era una villa di età romana, sulla quale nel Medioevo fu impiantato un monastero camaldolese e attorno un borgo.

Riepilogando, cosa vedere a Bonorva e dintorni? Anche questo sito rappresenta uno degli edifici più interessanti nel panorama romanico sardo. Semplice e pura architettura, quando abbiamo visitato la chiesa purtroppo era chiusa e dunque non si poteva accedere al suo interno. E’ stato un peccato visto che internamente si possono ammirare degli affreschi risalenti a inizio XIII secolo. Anche questa chiesa è avvolta da mistero e fascino, infatti faceva parte di una enorme città romanica chiamata Truddas che pensate era posizionata nella vallata in cui ora troviamo Semestene. Coincidenza? Non credo, sono state osservate infatti numerose testimonianze romaniche in tutto il territorio, Semestene compreso.

SEMESTENE

Un piccolissimo e affascinante borgo della Sardegna che con i suoi 140 abitanti è riuscito a rapirci il cuore. Solo la sua posizione geografica fa innamorare un pò tutti, è posizionato infatti in una vallata fra gli altopiani di Campeda e Meilogu. Pensate quando il terreno attorno al paese è ricoperto di verde (ottobre/novembre), uno spettacolo della natura. Il paese è facile da visitare e comprende pochissime vie, molte delle quali strette, ciottolose e quindi tipiche della Sardegna. Un paese ricco di storia fin dai tempi preistorici, venne colonizzato dai romani e numerosi resti e rovine possono essere ancora viste ai giorni d’oggi.

Una delle bellezze che ha colpito i nostri occhi è stata la magnifica chiesa di San Giorgio e la sua grandezza imperiosa, non solo, la scalinata era alquanto affascinante. La chiesa risale al XXII secolo ed è stata successivamente ristrutturata, abbiamo ammirato la sua architettura rinascimentale mischiata a gotica. Ha il fascino e la bellezza di possedere un grande campanile a canna quadra con cuspide. Davvero sensazionale. E' stato magnifico passeggiare tra le vie del paese e incontrare qualche locale mentre sorseggiava la sua "Ichnusa" al ritorno dai campi. Pensate che l’economia locale si basa soprattutto sull’agricoltura come la coltivazione di cereali, ortaggi, viti e ulivi. Altro punto forte sono i murales, soprattutto quello posizionato in piazza e all’entrata del borgo. Cosa vedere a Bonorva e dintorni? Sicuramente Semestene che oltre tanta bellezza e storia racchiude un fascino indescrivibile creato dal classico silenzio tombale del piccolo borgo all’allegria che ti può dare l'ammirazione dello spettacolare contorno paesaggistico. Da visitare.

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