Siamo nel territorio storico del Monteacuto, un territorio fortemente pianeggiante che si estende in tutta l’area di Ozieri e Oschiri. L’unico tratto montuoso è quello dell’altopiano di Buddusò e del monte Lerno a Pattada. Nel nostro itinerario abbiamo analizzato un ampia area e per questo articolo abbiamo preso come punto di riferimento da cui partire Oschiri. Questo paese di circa 3200 abitanti vive fondamentalmente di produzioni agropastorali. Il borgo è conosciuto in tutta l’isola soprattutto per una incredibile specialità: le Panadas, pasta sfoglia ripiena di carne e aromi naturali, una delizia. Prima di fare l’itinerario mi sono chiesto, cosa vedere a Oschiri e soprattutto nelle zone limitrofe? Tante risposte, tanti luoghi affascinanti e tantissime emozioni raccontate in questo articolo messo a disposizione di tutti.

Cosa Vedere a Oschiri

INDICE

OSCHIRI

Cosa vedere a Oschiri e dintorni? Questo è un paese che oltre che arricchito dalla forte tradizione agropastorale deve la sua bellezza dallo straordinario fascino paesaggistico. Il suo centro storico è un classico dei paesi sardi con vie ciottolose, strette che mettono in risalto le basse e indipendenti abitazioni. Oltre questo bisogna prendere nota della piazza centrale, della parrocchia della beata vergine immacolata. Non solo, la nostra esperienza di viaggio a Oschiri ci ha fatto apprezzare anche il bosco comunale caratterizzato da pini alti decine di metri. Un posto molto carino in cui fare una pausa pranzo e una tranquilla passeggiata ammirando la flora del sito (cactus e piante endemiche). Ora passiamo ad analizzare i dintorni di Oschiri.

ALTARE RUPESTRE DI SANTO STEFANO

Robert Bauval, conoscete questo nome? In caso di risposta negativa tranquilli, ci siamo qua noi. Questo signore non è altro che uno scrittore e ricercatore di fama internazionale esperto dell’Antico Egitto. Ora vi starete chiedendo, cosa c’entra l’Egitto? Bauval è stato in questo sito storico vicino a Oschiri per analizzare 3 forme geometriche incise su una pietra granitica che ha immediatamente correlato (per via delle sue forme, grandezza e distanza tra loro) alle piramidi di Giza. Infatti solo grazie ai suoi studi e alle sue convincenti spiegazioni, la scienza ufficiale ha riconosciuto le piramidi di Giza perfettamente allineate alla cintura di Orione. Straordinario vero? Vi suggerisco assolutamente di leggere il libro di Bauval Mistero di Orione.

Non solo la cintura di Orione. Parliamo anche del mistero e del fascino dell’altare rupestre di Santo Stefano che deve il suo nome alla piccola chiesa presente nello stesso sito. Premessa: è un unicum nel Mediterraneo. Dal momento stesso in cui sono arrivato di fronte all’altare rupestre il mio cervello si è stranamente inceppato con una serie interminabili di domande, con complicate risposte. Guardavo le figure e mi chiedevo, perché proprio queste forme? Come mai sono così profonde e sono distanziate in questo modo? Ma soprattutto, perché sono state fatte?

L’ Altare rupestre non è altro che un banco di granito sul quale sono state incise con precisa sequenza una serie di incavi con diverse forme geometriche: triangoli, quadrati, cerchi ma anche decine di coppelle e croci. Nella stessa zona sono presenti diverse rocce intrise di fascino e sacralità tra cui incavi usati per riti dell’incubazione. Altre forme definite come la ‘meridiana’ costituita da un incavo circolare, sormontato da uno scalino e circondato da coppelle. Cosa c'è da vedere a Oschiri e dintorni? Questo splendido sito.

Abbiamo appena visitato un sito che ha un enorme valenza storica e archeologica, con datazioni incerte (6000-3000 A.C.). I simboli nelle rocce che non trovano spiegazione, sono infatti privi di confronti, legati a riti e con valori sacri profondi, riconducibili a simboli divini o all’astronomia. Santo Stefano è un’area dalla sacralità ancora tangibile visto che si suppone che vi partorissero le sciamane o si praticasse il rito della scarnificazione prima di deporre il cadavere dentro le domus. Bauval dice “Le piramidi sono macchine per convertire un corpo da umano a stellare ma funzionano solo se correttamente attivate”. Se l’uomo del futuro trovasse uno Smartphone, privo di elettricità, nelle sue mani risulterebbe un semplice pezzo di plastica, perché ovviamente non potrebbe funzionare. Magari le stesse piramidi potrebbero essere definiti dispositivi di pietra da attivare da fonte energetiche a noi sconosciute. Chissà se l’altare rupestre di Santo Stefano, con le sue incisioni sconosciute può essere considerato come le piramidi. Un giorno lo scopriremo, forse.

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NOSTRA SIGNORA DI CASTRO

Una chiesa con un grande fascino e visitata da tantissimi turisti durante l’anno. Lo sappiamo noi e lo sa anche l’anziano che sorveglia accompagna la chiesa quotidianamente da tanti anni. Non c’era nessun "turista" durante la nostra visita e ci siamo fermati qualche minuto nell’area parcheggio per ammirare lo splendido spettacolo della vallata verde sottostante alla chiesa. La chiesa deve il suo nome a Castro (castrum), un forte romano di cui si trovano tuttora i ruderi e che sono oggetto di scavi archeologici per recenti scoperte avvenute in questo territorio. Cosa vedere a Oschiri? A pochi km una chiesa affascinate.

Non sono un esperto di chiese ma vi posso dire che questa ha un enorme fascino e bellezza nonostante sia una semplice chiesa campestre. E' un esempio di come in tempo medievale le cattedrali non dovessero possedere grandi dimensioni, ma anche piccole, tipo questa. La chiesa ha circa 800 anni ed è strutturata con pietre vulcaniche rosse tagliate e ben squadrate. Molto carina anche la parte laterale della chiesa, è stata una bella scoperta, ammirevole anche il contesto paesaggistico e la ricchezza storica e archeologica di tutta la zona limitrofa alla chiesa.

SU FILIGOSU

Quest’area forestale fa parte del demanio regionale e non abbiamo potuto che ammirare la sua bellezza solo nella parte iniziale e raggiungibile con l’auto. All’interno del sito regionale potete trovare maggiori dettagli su quelli che possono essere i sentieri da percorrere, suppongo però che ci sia bisogno di una guida. Io personalmente non ho fatto alcuna escursione ma sono comunque rimasto colpito dallo splendido paesaggio che iniziava a intravedersi direttamente dalla strada in sterrata. Ho visto tanti alberi di leccio dunque ho supposto subito che fosse l’elemento principale della vegetazione all’interno della foresta. Un bel colpo d’occhio anche solo dal cantiere forestale, con il rio Mannu che attraversa parte della foresta e crea effetti di riflesso spettacolari, con la luce giusta chiaramente.

NURAGHE BURGHIDU E OASI STEPPE SARDE

Basta percorrere la strada verso Chiaramonti e dopo una decina di chilometri si prende una piccola stradina che ti porta nelle vicinanze di questa fantastico nuraghe, in mezzo all’oasi delle steppe sarde. Per arrivare a pochi passi dal nuraghe bisognerebbe entrare all’interno di una proprietà privata in auto in alternativa lasciare la macchina sul ciglio della strada e andare a piedi (si tratta di massimo 10 minuti). Arrivati sul sito ci siamo accorti di quanto la torre centrale sia maestosa, con i suoi blocchi di pietra di trachite e la sua altezza di 15 metri sicuramente era il perno centrale di una più complessa struttura archeologica (probabilmente era composta da altre 4 torri secondarie).

Il Nuraghe Burghidu fa parte non di Oschiri ma di Ozieri. L’unica pecca è che il Tholos non può essere visitato internamente visto che tempo fa una parte è crollata una parte ed è a forte rischio, in ogni caso stiamo parlando di uno dei migliori stati di conservazione. La stessa area in cui si trova il nuraghe è di importanza naturale visto che parliamo dell’oasi delle steppe sarde. Questa porzione di terra di circa 8 ettari è una prateria seminaturale e l’oasi è stata istituita per tutelare degli importanti siti di nidificazione della gallina prataiola. Sicuramente non abbiamo visto il grosso uccello nei paraggi ma sicuramente abbiamo apprezzato la vasta area dal punto di vista paesaggistico e panoramico. Tra l’altro il sito stesso ospita tante altre specie di particolare interesse come l’occhione, la cicogna bianca, la poiana sarda e la raganella sarda.

SA MESANA VILLAGGIO FANTASMA

C’è un cartello che indica località Sa Mesana, posto di mezzo. Parliamo di una località nei pressi del lago coghinas e a diversi chilometri in direzione est. Questo semplice stazzo di case è ormai considerata una zona fantasma ma possiamo garantirvi che tempo fa era una zona attiva e piena di vita con le sue poche case ospitava una decina di persone, pensate che c’era anche una scuola elementare che serviva alle persone del posto e ai bambini che vivevano nelle zone limitrofe del lago, come per esempio il villaggio coghinas. Col tempo la vita è quasi scomparsa e sembra che le persone abbiano abbandonato le case da un giorno all’altro, lasciando oggetti e ricordi che il tempo distruggerà. Vecchie TV, letti con materassi sfondati, qualche fotografia qua e là, delle sedie arrugginite, asse da stiro e le stoviglie sullo scolapiatti, questo è Sa Mesana.

Ho detto che la vita è quasi scomparsa, infatti quasi, perché durante la nostra visita abbiamo potuto accarezzare una bellissima e simpaticissima cagnetta che vive la con Tonino, un eremita che ha deciso di spostarsi dalla vita sociale per rimanere a Sa Mesana, senza cellulare, senza TV, senza corrente. Abbiamo scambiato 2 chiacchiere con lui, non ci ha raccontato niente della sua vita privata ma ci ha detto qualcosa del luogo, di come si viveva prima e del fatto che ha un pascolo di mucche a diversi chilometri. Una persona educata, intelligente, gentile e che ammiriamo per il coraggio di riuscire a vivere in questo modo in un mondo in cui si sa, il social e la tecnologia dettano le loro leggi di sopravvivenza. Abbiamo salutato Tonino e forse, un giorno, torneremo a trovarlo anche se, forse, non sarà molto felice di rivederci e tornare a parlare con noi, lui vuole la solitudine, è il suo modo di vivere, è il suo mondo. Cosa vedere dunque in zona Oschiri? Sa Mesana è uno dei luoghi abbandonati dove vedrai oggetti tangibili, di una vita vissuta ma allo stesso tempo il silenzio sovrasta la zona, un silenzio tombale.

LAGO COGHINAS

Il nostro finale di giornata è stato in uno dei momenti più belli della giornata di escursione e abbiamo potuto ammirare uno splendido tramonto. Il lago Coghinas è il secondo invaso più grande della Sardegna e il più grande del Nord Sardegna, si è creato dopo lo sbarramento nel Limbara e quindi si tratta di uno dei tanti laghi artificiali presenti nella nostra isola (l’unico lago naturale è quello del Baratz). Chiaramente l’importanza della diga risiede essenzialmente nella sua funzione di approvvigionamento idrico ma anche nel fatto che possiede un impianto idroelettrico. Il lago è comunque prezioso dal punto di vista naturalistico nonostante sia artificiale, infatti sia le caratteristiche ambientali sia quelle del bacino stesso hanno facilitato la vita a moltissime specie vegetali e animali come il persico reale, il persico trota, carpe e gamberi della Louisiana solo per citarne alcuni.

Cosa vedere a Oschiri e dintorni magari nella stagione estiva? E’ una meta ambita per coloro che praticano pesca sportiva ma non solo, è perfetta per il Bird Watching e durante la stagione estiva vengono organizzate escursioni in canoa e kayak. Da considerare anche l’incredibile e maestosa opera architettonica ponte Diana, una costruzione fatta nel 1925 che è stata soprattutto nel passato, la più importante via d’accesso da Tempio verso il Logudoro e il Goceano. Oggi altre strade alternative hanno forse sminuito questo aspetto ma rimane comunque un bene inestimabile da curare e proteggere con molta attenzione per molteplici ragioni fra cui, oltre l’utilità pratica, anche la conservazione della memoria. Sicuramente c'è molto da vedere a Oschiri e nelle zone limitrofe e una cosa è sicura, in caso di bella giornata il tramonto sarà favoloso, magari accompagnato con una Ichnusa ghiacciata.

EXPERIENCE SARDEGNA
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